Ho vissuto il mio lavoro di medico in modo totalizzante e quando dico totalizzante non vuol dire solo una lunga formazione universitaria ed un aggiornamento costante ma anche orari impossibili, viaggi, ricerca scientifica e tutte quelle attività anche divulgative e sociali che a mia parere di un medico fanno un “buon medico”.
Una vita passata tra corsie di ospedale, sale operatorie, sale parto, ambulatori. Fino a quando avviene qualcosa di magico, qualcosa che mi porta a scoprire una parte di me. Avviene un autentico incontro con me stesso ed ancora una volta con il mio destino.
E questo incontro lo ricordo bene perché avviene in una libreria, il luogo che dopo casa mia e l’ospedale frequento di più da sempre. Il luogo che cerco anche quando viaggio o mi sposto per lavoro (sono anche appassionato di libri antichi) e dove tante volte ho comprato libri assolutamente inutili come anche opere che sono entrate nella mia vita e mi hanno aiutato come veri amici.
Ed è una domenica mattina che curiosando tra gli scaffali vedo una copertina tanto colorata; mi attraggono quei bei colori pastello e mi avvicino. Inizia così la mia storia con la pittura e l’arte. Scopro così qualcosa che era dentro di me da sempre ed aveva atteso fino a quel giorno.