Ho iniziato a disegnare sulla tela quando mi sono avvicinato alla pittura ad olio. Inizialmente vedevo questa fase come un momento funzionale a tutto quello che sarebbe accaduto dopo; un momento propedeutico che mi chiariva la posizione degli oggetti ed i rapporti prospettici ma che poi finiva per dare spazio ai colori, i veri protagonisti.
Con il passare dei mesi invece il momento del disegno ha assunto un ruolo sempre più importante, più interessante. Riscoprendo matite, gomme (fantastica la gomma pane!!), squadre e righelli mi è sembrato di tornare ai tempi del liceo ed è stato bellissimo.
Poi ho capito come addirittura tutto quel lavoro preliminare è in realtà lo spazio creativo, la strada per realizzare il mio quadro, il mio sogno.
E l’importanza del disegno nei miei quadri ha raggiunto un livello tale che spesso ho lasciato volutamente traccia di questo lavoro nei dipinti, quasi a voler trasmettere una traccia storica dell’opera, una visione longitudinale che comprende il momento eccitante in cui veniva ideata.
Posso anche dirvi che l’interesse verso le linee essenziali del disegno ed a volte il grande piacere nel vederle nella loro geometria (che richiama anche il mondo delle regole) mi porta a fermami, a chiedermi se lasciarle tal quali senza procede oltre.
Un quadro, un dipinto è vivo e trovare tracce di un progetto iniziale migliora questa percezione. Nei mie dipinti il disegno a matita convive con i colori e non va in conflitto, non gareggia con loro ma li guida e li accompagna. Lo so è una questione di gusti, di sensibilità, ma l’arte può essere concepita in tanti modi diversi ed è bella anche per questo.
Il disegno su tela rappresenta quindi molto di più che una traccia iniziale. Nei miei dipinti convive con l’opera successiva diventandone parte integrante.